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“JUDITH” di Isabella Rizzitello e Giovanni Consoli

"Residenze Artistiche"

11 luglio - 17 luglio 2022

Regia: Isabella Rizzitello, Giovanni ConsoliTransizioni coreografiche: Giovanni ConsoliDrammaturgia: Isabella RizzitelloMusiche Originali: Francesca Cordone, Ludovico Di Meco

 

JUDITH

Tutti gli esseri umani cercano uno spazio in cui avere la possibilità di esprimere liberamente la propria immaginazione.
Questa è, infatti, la libertà che si ricerca: la realizzazione e la sperimentazione del sé individuale e del proprio potenziale all’interno di un universo dato.

La storia ci ha dimostrato che mentre gli uomini hanno avuto il luogo in cui giocare con tutte le varianti di se stessi, le donne sono state gettate fuori da questa stanza di prova per assumere su di sé i caratteri stereotipici che le hanno racchiuse in un’idea-tipo, unica e vincolante.
Vogliamo allora creare questo spazio, questa stanza in cui una donna e un uomo hanno la possibilità di sperimentarsi nelle proprie forme, a partire dallo stereotipo fino alla distruzione di quegli schemi preimpostati, cercare il vuoto per poter creare nuove possibilità corporee e ideali.
Il lavoro si ispira al testo Una stanza tutta per sè di Virgina Woolf in cui l’autrice rivendica, a causa dell’oscurantismo che le scrittrici hanno subito nella storia, la possibilità di avere una stanza, anche solo un tavolino con una sedia, dove poter essere sé senza impedimenti di genere.
Molto spesso questo testo viene definito un “manifesto femminista”. A nostro parere esso è molto di più perché è un invito a vivere la propria autonomia (economica, intellettuale, morale etc.) nella piena armonia e collaborazione fra tutti i generi.
Allo stesso modo questo spettacolo non vuole essere un manifesto femminista volto a mettere in luce la condizione della donna repressa quanto la necessità che le donne abbiano uno spazio tutto per sé da cui raccontare le proprie storie, dimenticandosi di sé stesse.

Titolo
Il titolo deriva da un nome citato da Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé. L’autrice immagina la nascita di una talentuosa scrittrice sorella del più noto William Shakespeare. Ci viene raccontato di Judith che, nonostante gli obblighi che la famiglia le impone in quanto donna, decide di scappare e raggiungere il fratello a Londra per lavorare in teatro.
Una donna però non può lavorare in teatro e infatti nessuno le darà lo spazio per farlo, si sposerà con il capocomico e per l’impossibilità di esprimere la propria poesia, si toglierà la vita.
Lo spettacolo vuole dare a Judith lo spazio che non ha mai avuto e dandolo a lei, estenderlo simbolicamente a chi non ha mai potuto goderne.

Sviluppo
L’idea di svolgimento del progetto è quella di creare un dialogo tra un uomo e una donna utilizzando due strumenti comunicativi di entità differenti: il corpo e la parola.
Andando a contaminarsi, i due linguaggi compiranno un percorso che va dall’evidenziare gli stereotipi associati agli schemi che i costrutti sociali ci hanno portato a definire “maschili” e “femminili”, fino alla loro totale rottura attraverso la sperimentazione delle possibili nuove accezioni di tali schemi.
A partire dal testo Una stanza tutta per sé, la ricerca utilizzerà le situazioni e le condizioni fisiche descritte dalla Woolf: le cene ricche e quelle magre, le passeggiate sul fiume, le stanze calde e le stanze fredde, i luoghi accessibili e i confini che si sono applicati diversamente nella storia dell’umanità a seconda del genere.
Questo tipo di differenze plasmano i corpi, le idee e le possibilità. Nella ricerca, le strutture di azione, percezione e rappresentazione che dipendono dal genere vengono indagate fino all’estremo per essere aperte, come una gabbia o un’incubatrice da cui poi possa nascere una comunicazione, una creazione, una parola ripulita dalla rabbia della discriminazione.
Nella ricerca di questa “stanza tutta per sé” la relazione tra i due generi aprirà in ogni momento una finestra su nuove possibilità.

Note bibliografiche
La presente ricerca si avvale principalmente dello studio di Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, Allegories of the Wilderness di Michael Jackson, Memorie di una ragazza per bene di

Simone de Beauvoir, Il corpo tra natura e cultura di Pierre Bourdieu, La dominazione maschile di Pierre Bourdieu, Morgana podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri.