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“L’ORESTEA – Le regole del giogo” di Maurizio Schmidt

"Residenze Artistiche"

06 Giugno - 10 Luglio 2022

Orestea: un viaggio

“Perché mai questo terrore che non si lascia smuovere sta dinanzi, ondeggiando, al mio animo che sa indagare i segni? Perché mai la Parola non chiamata, non ricompensata, si predispone a svelare?”

Eschilo, Agamennone

Partitura corale per 13 attori a corpo libero

In un momento storico che vede l’arte e gli artisti sempre più costretti a privarsi della propria essenza per far fronte alle richieste del teatro contemporaneo, questo gruppo nasce come atto di Resistenza e affermazione di una Necessità: preservare il processo creativo come ancora di senso. Lo spettacolo non prevede scenografie né costumi, non c’è una parte multimediale o tecnica ad accompagnare questa esperienza. Questo progetto si articola in un materiale esclusivamente umano: 13 attori in scena, i loro corpi e le loro voci che da soli, per un atto di fede e di inspiegabile magia, danno vita all’intera Orestea di Eschilo per poterla attraversare insieme al loro pubblico. Dopo un lungo percorso di studio volto a raffinare gli strumenti di ciascuno degli individui che compongono il gruppo, il progetto chiede di approdare al momento cruciale e culminante del lavoro dell’attore: il tentativo di trasformare 13 individui in un Coro che possa traghettare gli esseri umani testimoni di questo evento all’interno di un’esperienza che colpisca profondamente e modifichi tutti coloro che vi prendano parte.

Il lavoro di improvvisazione rispetta esattamente il testo, le uniche parole utilizzabili sono quelle esatte scritte dall’autore. Quello che l’improvvisazione si permette di stravolgere, ampliare, approfondire sono semplicemente le sequenze cronologiche e la successione di immagini nel testo, in modo da procedere ad un’analisi attiva da parte degli interpreti attraverso i grandi temi che popolano l’opera, rendendoli tangibili, concreti e attraversabili da loro come dagli spettatori.

Abbiamo immaginato un Coro di voci e corpi nello spazio, che a servizio delle occasioni che il testo propone possa far uscire di volta in volta singoli personaggi, scene, situazioni.
Il lavoro si propone di entrare in dialogo con un pubblico con chiunque sia interessato a compiere un’esperienza di immersione all’interno di questo splendido materiale.

“Gli Dei possono rendersi visibili sulla scena, perché essi sono, essenzialmente, grandi pensieri e, nella mente degli uomini, guidano e reggono l’esistenza morale.”

Emanuele Severino, introduzione alle Eumenidi

Il Gruppo

Il gruppo nasce come esperienza pedagogica dall’incontro con Maurizio Schmidt, e inizialmente porta avanti uno studio sull’Orestea di Eschilo nell’ambito di un progetto di alta formazione curricolare accademica presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Questo primo mese di esplorazione rappresenta per i suoi partecipanti un momento di svolta decisiva: culmine dell’esperienza un ritiro al rifugio Merelli al Coca, sui monti bergamaschi, fra i quali mettere alla prova le straordinarie parole di cui ci siamo fatti testimoni e veicoli in uno scenario potenzialmente legato alle radici del testo. Successivamente, vista la vastità del materiale e la profonda impressione prodotta sui partecipanti, si decide di proseguire lo studio, ampliandone le possibilità creative legate alla padronanza del testo attraverso l’improvvisazione. Il gruppo troverà asilo in Umbria, presso la sede di Farneto Teatro (PG), e a Badile (MI), per proseguire le sue esplorazioni.

Il Testo

L’Orestea di Eschilo è fondamentalmente la genesi del Teatro occidentale, oltre che una straordinaria metafora, sotto forma di tragedia, della nascita della democrazia e della giustizia come evoluzioni del pensiero e del sentire dell’uomo agli albori della sua storia sociale. Le vicende di Agamennone, Clitennestra, Cassandra, Oreste ed Elettra ci guidano alla scoperta del passaggio fondamentale tra il mondo viscerale della vendetta di sangue a quello apollineo della Democrazia. Il viaggio di Oreste, a tratti un’epopea eroica a tratti un incubo psichico assolutamente contemporaneo, ci specchia e ci restituisce immagini che ci appartengono come esseri umani e come membri della nostra società. Questo confronto, che nel teatro greco era la funzione centrale dell’evento “teatro”, ci consente di riavvicinarci alla vera esperienza teatrale originale: un esercizio di pensiero collettivo per la comunità. Fa da sfondo a questo incredibile percorso, portata soprattutto dalle straordinarie parole dei cori, la questione legata alla ricerca degli Dei, alla sensazione della loro presenza o assenza, che produce una tensione continua e verticale verso il mito e quella forma di Fede che riteniamo avere estremamente a che fare con la nostra vita e con il teatro.

La traduzione di Emanuele Severino, che abbiamo scelto di utilizzare, oltre a rendere piena giustizia all’originale, possiede la grande qualità di essere un testo pensato per essere recitato, in cui vengono rispettati il respiro e la

musica delle parole stesse, caratteristica che non sempre le traduzioni teatrali possiedono.
Guida e ispirazione preziosa per il nostro lavoro sono state anche le meravigliose introduzioni di Severino a ciascuno dei tre testi che compongono l’Orestea: Agamennone, Coefore e Eumenidi.

Elenco degli attori coinvolti:

Salvatore Alfano, Maria Bacci Pasello, Fabrizio Calfapietra, Rossana Cannone, Maria Canal, Nicoletta Epifani, Gaetano Franzese, Michele Magni, Michele Marullo, Lucrezia Mascellino, Jasmine Monti, Emanuele Righi, Arianna Sain.

Direzione:

Maurizio Schmidt